giovedì 12 maggio 2011

Prime impressioni

Finalmente a Torino. Definitivamente. Almeno per i prossimi 15 giorni, poi mi rispediscono giù "in missione". Inizia quindi una nuova avventura, un altro capitolo della mia vita.

A dirla tutta ormai l'indice di questo libro vale come un'appendice a sè stante, ma meglio non farsi illusioni che non ci siano ulteriori capovolgimenti di fronte in futuro. Piuttosto pensiamo al presente; ormai il mio imperativo è massimizzare l'utile in ogni circostanza. Quindi via con i 21 giorni di lavoro più seri e impegnati di sempre. Almeno questo è quello che mi sono detto il primo giorno. Ma poi di cose ne sono successe tante.

Ad avere un registratore tascabile, avrei passato il tempo bisbigliandoci dentro cose del tipo:
- Ore 14:45, visto questa cosa, sentito questa frase, avuto questa impressione...

E in effetti l'idea che mi ha tenuto su in questi giorni era proprio quella di raccontare questi giorni in forma sintetica, fatta di frasi brevi. Forse più che per raccontare, per ricordare poi. Non è un momento facile della mia vita e non vorrei dimenticare queste emozioni che sto vivendo a metà.

Lunedì:
- L'autobus per andare a lavoro è sorprendentemente comodo. I due display interni mostrano la prossima fermata e l'orario. Non posso fare a meno di pensare ad un'applicazione che mostri più informazioni e che aiuti quelli come me che non hanno la più pallida idea di dove si trovino.
- Tutte le altre volte sono entrato ed uscito da FPT con attrezzatura particolare in maniera assolutamente indebita se non anche illecita. Questa volta ho tutti i documenti a posto, con tanto di permessi. Mi viene da pensare che forse è per questo che la guardia mi ha fatto problemi.
- Prima di partire mi hano recitato il solito mantra "preparati a lavorare come non hai mai fatto prima"... (ormai sono arrivato oltre la decima riedizione). Dopo due ore chiedo ad uno se i miei colleghi continueranno a ciarlare e prendere caffè multipli per molto tempo ancora. Mi guarda sconsolato.
- Affronto la temuta mensa. Non si mangia male tutto sommato. Qualcosa dentro di me però, si agita al pensiero di mangiare in quel posto in maniera sistematica.
- Fa molto caldo anche a Torino. Rientro a casa stanco ma senza aver fatto praticamente nulla. Domani mi rifarò.

Martedì:
- I display dell'autobus mostrano la rassicurante schermata blu di windows. E dire che avevo pensato ad un'applicazione android.
- Gli unici due torinesi doc del laboratorio (almeno del lato che frequesto io) ci parlano spesso in napoletano. Uno dei miei obiettivi era corregere la mia inflessione torrese. Credo che finirò per corregere la loro pronuncia delle nostre espressioni più colorite.
- Dopo pranzo è già finita la pacchia. Ovvero ho finito tutto quello che potevo fare e che in mancanza di meglio mi ero inventato da fare. Aspetto seduto su una sedia che arrivino le 17 per uscire e tornare a casa. Nel frattempo guardo gli altri che prendono caffè mentre non fumano le sigarette.
- La sera rivedo con piacere due care amiche che avevamo lasciato su tempo addietro. Torno in albergo stremato da influenza e mal di gola, ma felice di aver fatto qualcosa.

Mercoledì:
- La giornata di lavoro sembra non passare mai. Rimpiango quando perdevo tempo a non fare quello che avrei dovuto sapendo che poi sarebbe venuto il momento in cui avrei pagato il mio lassismo con tanto lavoro in più. Adesso invece non avendo niente da fare non ho voglia neanche di perdere tempo, non ha lo stesso gusto.
- Durante il ritorno una donna ubriaca sale nell'autobus con una lattina di birra in mano. La brusca frenata dell'autista provoca l'inondazione del mezzo. Seguono scene non piacevoli a cui assistere. La cosa mi mette una certa tristezza addizionale.
- La sera andiamo a casa di amici. Mi accorgo che sono tanto teso da impegare più di un'ora per rilassarmi e godermi un momento di tranquillità e di compagnia che aspettavo da tempo.

Giovedì:
- Saluto Amelia che torna a casa. Arrivo più tardi al lavoro oggi, ma ormai sono già disilluso. La giornata scorre interminabilmente noiosa come le altre.
- A mensa mi rialzo da tavola dopo aver finito di mangiare. Uno dei nuovi colleghi mi fa cenno di sedermi di nuovo, mentre un altro mi guarda con aria da fratello maggiore e mi dice "è la tua prima volta in azienda eh?". Non riesco a non pensare che lo abbia detto credendo che io mi senta sotto pressione perchè non sono abituato al loro ritmo elevato.
- Finalmente ricevo due buone notizie. Non riguardano me, ma ne sono contento lo stesso, mi fanno pensare che la vita procede nonostante tutto.
- La sera esco a mangiare un'apericena con dei miei ex allievi del corso automotive. Una lunga passeggiata nel valentino si rivela un'ottima occasione di confronto sul lungo periodo.

Venerdì:
- La prima domanda tecnica. Quanti ampere fornisce il mio generatore. 12. Per un attimo mi sento di nuovo utile a qualcosa.
- Finalmente è arrivato il simulatore del CRF. Non possiamo utilizzarlo perchè mancano alcuni componenti, ma almeno mi tengo impegnato montandolo. Rubo mouse e tastiere in giro, tanto non credo serviranno a quelli a cui le ho rubate.
- Salutiamo Luca che torna giù a Napoli. Dal momento che io ho preso il suo posto, mi chiedo se riuscirò a creare gli stessi rapporti umani e professionali che lui adesso sta abbandonando.
- Dopo l'uscita giro per il centro commerciale da solo. La pioggia improvvida non fa altro che aumentare la mia sensazione che ormai sono arrivato ad un punto nella mia vita in cui vorrei stabilità, ma soprattutto vorrei Amelia vicino. Le nostre posizioni spazio temporali assomigliano ormai al DNA. Sono stanco.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Stai su col morale, il fattore X verrà anche per te! - Bruno