lunedì 10 ottobre 2011

di ladri, campanelli e cavallucci

Intermezzi comici di un pomeriggio non esattamente gradevole da passare.

Sul ballatoio del piano facciamo compagnia alla signora anziana che vive a fianco a noi. La vecchietta, superata la ritrosia iniziale, inizia a snocciolare brani della sua lunga vita (ndr, per chi non ci arrivasse è una fine metafora per indicare che cambiava i pannolini a Garibaldi...).

"ehh sa, io sono nata a Monaco, ma poi mi sono trasferita a Torino. Ehh ci vivo da più di quaranta anni, sa? Una volta sono anche venuta giù a Napoli... Ehh, lì rubano vero?"

Questo detto davanti alla nostra porta sfondata, grazie alla cui apertura degli ignoti (figli di padre altrettanto ignoto ma di madre sicuramente puttana) erano non solo entrati nel mio appartamento, ma, zompando tra i nostri balconi adiacenti, erano pure entrati nel suo, spaventandola a morte ma fortunatamente allertando gli altri inquilini (che hanno subito sentito il vetro rotto ma non la porta sfondata a calci, che udito sopraffino...).

Bilancio della povera incursione: un anello di fidanzamento (eh sì, l'unico anello, ho sguinzagliato i nazgul, ma a Torino, con tutti quei semafori è dura anche per loro) e un vecchio iPod (guarda tu rubato nel giorno in cui andava via Jobs, ciao Steve have a nice day!), oltre alla porta rotta, un pizzico di disordine in più (almeno abbiamo potuto spacciare il caos supremo di casa nostra per apparente azione dei ladri...) e alla sgradevole sensazione che qualcuno abbia frugato tra le tue cose.

Un caro amico, esperto conoscitore della vita, consigliava il pronto acquisto di medicinali (scaduti) agli infausti rapinatori, grazie ai fondi derivanti dalla refurtiva. Io, dalle più modeste e limitate capacità espressive, mi sono limitato a dirgli (ai ladri ovviamente) quellazzoccolaemammeta.

Dalla situazione apparentemente drammatica del ritorno a casa con i carabinieri affacciati al mio balcone che esaminavano la scena (approfitto per ringraziare la benemerita dell'efficiente oltre che umano servizio svolto, thanks!) siamo passati ben presto a pariare con la signora a fianco, uscendo terronamente quasi a parenti, in barba ad ogni cliché sabaudo di cortese distacco.

Seguono quattro cinque ore di attesa del fabbro e di un'altra squadra dei carabinieri dal nucleo operativo della scientifica, in cui ognuno che passava ci chiedeva cosa fosse successo, e giù a ripetere la stessa solfa, in una (pallida sì ma tuttavia efficace) imitazione della arcinota scena del cavalluccio rosso, fino allo scadere nelle risate generali visto che invitavamo i passanti ad entrare a casa invece che guardarsi CSI o i RIS in tv. Ci mancava solo il campanello stile "din-don" con la musichetta di via col vento, e poi entrava pure Bruno Vespa col plastico della stanza da pranzo...

Se non lo aveste capito dal post, in definitiva io e Amelia stiamo più che bene. Dispiaciuti certo, ma per niente afflitti. Pertanto se volete chiamarci per sapere come stiamo e cosa è successo nonostante abbiate letto tutto quello scritto qui sopra siete i benvenuti, ma se invece caricate il mio account paypal è meglio :)

lunedì 11 luglio 2011

Laser e Quadcopters

Nel corso degli anni l'umanità si è sempre divertita a immaginare come avrebbe fatto il botto.

Ovviamente alcuni lo fanno con stile, tipo i dinosauri (lo so che tecnicamente i dinosauri non sarebbero umani, ma conosco molte persone che quando suona il campanello preferirebbero trovare un coccodrillo alla porta piuttosto che i rappresentanti della Worwerk) oppure i Maya, che se oltre al calendario avessero inventato anche l'orologio ora avremmo la risposta alla domanda che tutti ci poniamo: 21/12/2012, sì ma a che ora? e di quale fuso orario? sì, ma solare o legale?

Ritornando a noi e analizando le ultime tendenze nel campo tecnologico, mi sa che probabilmente il fatidico botto non riusciremo neanche a farlo. Probablimente moriremo prima. Ecco perchè.

Basta fare una ricerchina su g e vedere come ai termini "autonomous quadcopter" e "diy laser pistol" corrispondano migliaia di angoscianti e efficientissimi risultati.

Che se da una parte vedo questi robot che fanno anche il caffè mentre eseguono un triplo carpiato con avvitamento e mi viene solo da pensare alla famosa scena con i teschi bianchi e il piede metallico che li schiaccia, dall'altra mi rincuora vedere che dei ragazzini brufolosi (che di tutta la propaganda cinematografica dei nostri futuri padroni venerano solo la parte più umana e vera) riescono con scarti di un vecchio lettore CD e l'ascensore della casa di Barbie a costruirsi una pistola laser che, l'avesse avuta Han Solo, ci avrebbe ben volentieri sparato per primo, altrochè!

Ma purtroppo, sono solo dei ragazzini, e quando Skynet gli manderà contro una terminatrix fatta come si deve il massimo che potranno fare sarà chiederle l'amicizia su Facebook. Per finire in polpettine prima ancora di poter cliccare Mi piace!

E non facciamoci illudere da questi video che mostrano uno stato ancora embrionale.

Consideriamo questi video, come quei video della nostra infanzia, quando cadevamo dal seggiolone o mangiavamo le pappine. Perchè è con quello stesso spirito che un giorno i robot, ridendo e mangiando batterie fritte, li guarderanno seduti sui loro divani in pelle umana.

mercoledì 15 giugno 2011

Compagni di viaggio.

Averti accanto nei momenti del mio, del nostro viaggio.
Che la vita é fatta di momenti. E quelli belli lo sono di più se hai con chi dividerli. E quelli brutti lo sono di meno se c'è chi ti abbraccia dicendo "é solo un momento brutto".

mercoledì 25 maggio 2011

Problemi vari

Il modello non funziona bene.
Il Latex oggi non è collaborativo.
Il simulatore ha problemi di cablaggio.
Il Matlab ci mette due secoli ad avviarsi.
Il modem 3G si surriscalda e perde la connessione.

Maledetto Pisapia, è tutta colpa sua!

giovedì 12 maggio 2011

Prime impressioni

Finalmente a Torino. Definitivamente. Almeno per i prossimi 15 giorni, poi mi rispediscono giù "in missione". Inizia quindi una nuova avventura, un altro capitolo della mia vita.

A dirla tutta ormai l'indice di questo libro vale come un'appendice a sè stante, ma meglio non farsi illusioni che non ci siano ulteriori capovolgimenti di fronte in futuro. Piuttosto pensiamo al presente; ormai il mio imperativo è massimizzare l'utile in ogni circostanza. Quindi via con i 21 giorni di lavoro più seri e impegnati di sempre. Almeno questo è quello che mi sono detto il primo giorno. Ma poi di cose ne sono successe tante.

Ad avere un registratore tascabile, avrei passato il tempo bisbigliandoci dentro cose del tipo:
- Ore 14:45, visto questa cosa, sentito questa frase, avuto questa impressione...

E in effetti l'idea che mi ha tenuto su in questi giorni era proprio quella di raccontare questi giorni in forma sintetica, fatta di frasi brevi. Forse più che per raccontare, per ricordare poi. Non è un momento facile della mia vita e non vorrei dimenticare queste emozioni che sto vivendo a metà.

Lunedì:
- L'autobus per andare a lavoro è sorprendentemente comodo. I due display interni mostrano la prossima fermata e l'orario. Non posso fare a meno di pensare ad un'applicazione che mostri più informazioni e che aiuti quelli come me che non hanno la più pallida idea di dove si trovino.
- Tutte le altre volte sono entrato ed uscito da FPT con attrezzatura particolare in maniera assolutamente indebita se non anche illecita. Questa volta ho tutti i documenti a posto, con tanto di permessi. Mi viene da pensare che forse è per questo che la guardia mi ha fatto problemi.
- Prima di partire mi hano recitato il solito mantra "preparati a lavorare come non hai mai fatto prima"... (ormai sono arrivato oltre la decima riedizione). Dopo due ore chiedo ad uno se i miei colleghi continueranno a ciarlare e prendere caffè multipli per molto tempo ancora. Mi guarda sconsolato.
- Affronto la temuta mensa. Non si mangia male tutto sommato. Qualcosa dentro di me però, si agita al pensiero di mangiare in quel posto in maniera sistematica.
- Fa molto caldo anche a Torino. Rientro a casa stanco ma senza aver fatto praticamente nulla. Domani mi rifarò.

Martedì:
- I display dell'autobus mostrano la rassicurante schermata blu di windows. E dire che avevo pensato ad un'applicazione android.
- Gli unici due torinesi doc del laboratorio (almeno del lato che frequesto io) ci parlano spesso in napoletano. Uno dei miei obiettivi era corregere la mia inflessione torrese. Credo che finirò per corregere la loro pronuncia delle nostre espressioni più colorite.
- Dopo pranzo è già finita la pacchia. Ovvero ho finito tutto quello che potevo fare e che in mancanza di meglio mi ero inventato da fare. Aspetto seduto su una sedia che arrivino le 17 per uscire e tornare a casa. Nel frattempo guardo gli altri che prendono caffè mentre non fumano le sigarette.
- La sera rivedo con piacere due care amiche che avevamo lasciato su tempo addietro. Torno in albergo stremato da influenza e mal di gola, ma felice di aver fatto qualcosa.

Mercoledì:
- La giornata di lavoro sembra non passare mai. Rimpiango quando perdevo tempo a non fare quello che avrei dovuto sapendo che poi sarebbe venuto il momento in cui avrei pagato il mio lassismo con tanto lavoro in più. Adesso invece non avendo niente da fare non ho voglia neanche di perdere tempo, non ha lo stesso gusto.
- Durante il ritorno una donna ubriaca sale nell'autobus con una lattina di birra in mano. La brusca frenata dell'autista provoca l'inondazione del mezzo. Seguono scene non piacevoli a cui assistere. La cosa mi mette una certa tristezza addizionale.
- La sera andiamo a casa di amici. Mi accorgo che sono tanto teso da impegare più di un'ora per rilassarmi e godermi un momento di tranquillità e di compagnia che aspettavo da tempo.

Giovedì:
- Saluto Amelia che torna a casa. Arrivo più tardi al lavoro oggi, ma ormai sono già disilluso. La giornata scorre interminabilmente noiosa come le altre.
- A mensa mi rialzo da tavola dopo aver finito di mangiare. Uno dei nuovi colleghi mi fa cenno di sedermi di nuovo, mentre un altro mi guarda con aria da fratello maggiore e mi dice "è la tua prima volta in azienda eh?". Non riesco a non pensare che lo abbia detto credendo che io mi senta sotto pressione perchè non sono abituato al loro ritmo elevato.
- Finalmente ricevo due buone notizie. Non riguardano me, ma ne sono contento lo stesso, mi fanno pensare che la vita procede nonostante tutto.
- La sera esco a mangiare un'apericena con dei miei ex allievi del corso automotive. Una lunga passeggiata nel valentino si rivela un'ottima occasione di confronto sul lungo periodo.

Venerdì:
- La prima domanda tecnica. Quanti ampere fornisce il mio generatore. 12. Per un attimo mi sento di nuovo utile a qualcosa.
- Finalmente è arrivato il simulatore del CRF. Non possiamo utilizzarlo perchè mancano alcuni componenti, ma almeno mi tengo impegnato montandolo. Rubo mouse e tastiere in giro, tanto non credo serviranno a quelli a cui le ho rubate.
- Salutiamo Luca che torna giù a Napoli. Dal momento che io ho preso il suo posto, mi chiedo se riuscirò a creare gli stessi rapporti umani e professionali che lui adesso sta abbandonando.
- Dopo l'uscita giro per il centro commerciale da solo. La pioggia improvvida non fa altro che aumentare la mia sensazione che ormai sono arrivato ad un punto nella mia vita in cui vorrei stabilità, ma soprattutto vorrei Amelia vicino. Le nostre posizioni spazio temporali assomigliano ormai al DNA. Sono stanco.

mercoledì 22 settembre 2010

Canili

Aver vissuto realtà differenti, spesso rende il ritorno a casa difficile. Se ci si aggiunge il senso di totale estraneità da una realtà verso la quale non si prova nessun senso di appartenenza se non sul gretto piano linguistico, la cosa diventa intollerabile.

Come abitare in un canile e lamentarsi dei cani che abbaiano. Forse il problema non sono i cani, sono io.